Ater, case, Polverini. La polemica continua. Una interrogazione a risposta immediata per chiedere al Presidente della Giunta Regionale, Renata Polverini, e l’Assessore alle Politiche per la Casa, Teodoro Buontempo, se erano a conoscenza del contenzioso con Ater per l’occupazione abusiva della casa nella quale risiedeva il marito della Polverini è stata presentata dal capogruppo e segretario regionale dell’Italia dei valori, Vincenzo Maruccio. L’interrogazione afferma Marruccio: “Chiede di spiegare questa grave circostanza perpetrata in spregio alle più basilari regole giuridiche ed etiche, nella quale l’attuale marito della Presidente della Giunta regionale si trova ad occupare abusivamente e senza titolo l’ unità abitativa, peraltro lasciando l’immobile sfitto, in una situazione di cronica carenza di abitazioni per chi ne avrebbe davvero diritto e necessità”. “L’appartamento risulta occupato abusivamente , spiega Maruccio , e oggetto di contenzioso con l’ATER, motivo per il quale l’affitto risulta triplicato, ancorchè molto lontano dai prezzi del mercato degli affitti. Da quanto riportato dalla stampa risulta addirittura che in passato è stato subaffittato. Inoltre, conclude Maruccio, vorremmo sapere le motivazioni per le quali, nell’agosto scorso, l’Ater di Roma, già guidato da un commissario nominato dalla Polverini, abbia sospeso il decreto con il quale si chiedeva di liberare l’appartamento. Coincidenza sospetta, in odore di conflitto d'interessi.” Solidale con il Presidente della Regione Lazio il capogruppo della Lista Polverini in Regione Mario Brozzi: “A nome personale e del gruppo che rappresento esprimo solidarietà alla Presidente Renata Polverini, fatta oggetto di un attacco ingiustificato. Ritengo che, in questa vicenda, come purtroppo in molte altre, ci sia la ricerca dello scandalo a tutti i costi, senza alcun riguardo delle persone e, soprattutto, della verità. E’ ormai abitudine consolidata creare sensazionalismo a tutti i costi, tralasciando questioni ben più importanti, che riguardano gli effetti di questo modo di operare. Un ‘tutti contro tutti’, in cui il confronto non è più sul piano delle idee, della dialettica e della politica ma, pericolosamente, su fatti esclusivamente personali. La domanda è: verso quale deriva siamo destinati, se continuiamo a dare credito a questo tipo di comunicazione?”.
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